Il capitalismo della sorveglianza (Elio Camilleri)

 

La prima forma di dominio del capitalismo è stata quella dell’ acquisto della forza-lavoro da parte dell’ “uomo del denaro”, la seconda della trasformazione dell’ uomo in consumatore da parte del dio mercato, la terza ed ultima da parte di Google, Facebook, Microsoft, Apple e Amazon sta nel controllo quotidiano dei nostri comportamenti.

Ecco il capitalismo della sorveglianza attuato da Google in concorso con Facebook che ci ha trasformati in  comportamenti da osservare, catalogare per orientare la produzione della merce da offrire gradita sul mercato.

Scopriamo che quello che scriviamo sui social network, i nostri pensieri, le nostre speranze, le ansie e le preoccupazioni, i nostri desideri e tutto quello che ci passa per la testa diventa oggetto prezioso per tutte quelle elaborazioni statistiche assolutamente necessarie per programmare la produzione nel senso dei bisogni e desideri espressi da noi stessi in “a cosa stai pensando?”.

Le nostre opinioni politiche servono per essere incoraggiate o corrette in relazione delle esigenze del committente candidato in competizioni elettorali: Shashana Zuboff nel suo saggio che dà il titolo a questo post dedica un capitolo alla campagna elettorale di Obama utilizzando i servizi di Google.

Naturalmente tra politica e tecnologia informatica si è subito stretta una solida alleanza per ovvi e comprensibili motivi e convenienze reciproche e, allora, ecco gli scambi di personale tra Google e la Casa Bianca, un pressante controllo sulla legislazione sul diritto alla privacy,  uno scambio delle lobby accademiche ed informatiche.

In origine abbiamo venduto al capitalismo la forza-lavoro, poi abbiamo restituito al capitalismo del dio mercato il denaro comprando la merce ed adesso regaliamo al capitalismo della sorveglianza il nostro “surplus comportamentale ” e una infinità di miliardi di dollari.