Tutto aumenta, tranne i salari

soldi


Troppe speculazioni sulla pelle dei consumatori.

 

rima il covid, poi la guerra in Ucraina sono stati i volani, o meglio “le scuse” che hanno fatto lievitare e continuano a far salire i prezzi di tutti i generi commerciali. Secondo un banale principio, la coperta è sempre la stessa e se la si tira per coprire i piedi scopre la testa, se, per coprire la testa, scopre i piedi. Detta diversamente, in sistema chiuso un insieme è quello che è, nulla si crea e nulla si distrugge, e pertanto  il valore di tutto ciò che è quantificabile economicamente sul pianeta è un insieme con un costo  più o meno stimabile.

Se il costo di un litro di carburante è di un euro, nel momento in cui lo si gonfia a due euro l’insieme è sempre quello e c’è un euro che va a finire nelle tasche di chi muove il meccanismo per far pagare quell’euro in più  al consumatore , spostandololo nella propria tasca. Ovviamente non si parla di un solo responsabile, ma di una filiera che gonfia se stessa con il ricavato ottenuto sgonfiando il tartassato consumatore. E così ha un senso quello che sta avvenendo in questi ultimi anni, ovvero un mostruoso travaso di ricchezza dalle tasche dei ceti meno abbienti a quelle già gonfie dei cosiddetti “padroni del vapore”. Nessuno ci venga a prendere per i fondelli: il Covid non c’entra, la guerra non c’entra, i costi sono aumentati e aumentano per ben altri motivi d’ingordigia, perché i governi sono complici in toto di questi travasi, e perché i soldi estorti con il meccanismo dell’inflazione o con quello del cambio del cartellino con la cifra modificata, magari serviranno per rimettere su quella parte di territorio che  è stata distrutta  per iniziativa di un cattivaccio e criminale. Questi cosiddetti signori dell’economia mondiale, responsabili della scientifica rapina che quotidianamente si sviluppa sotto i nostri occhi, possono essere tranquillamente chiamati oligarchi, senza che questo termine sia usato solo per i ricconi russi, perché i ricconi furbi ci sono in tutto il mondo. C’è solo da chiedersi quando cominceremo a dire: “Siamo stanchi, non ce la facciamo più, così non si può più andare avanti, è disumano, avete rotto i coglioni, adesso si cambia”. Se ci dovessimo arrivare senza perdere troppo tempo, salterebbe il tappo che al momento ci sta strangolando, nascerebbe una nuova umanità decisa a distribuire le risorse del pianeta per il conseguimento del benessere dei suoi abitanti. Il comunismo, quello vero.

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