Lirio Abbate ha presentato a Marsala il suo nuovo libro, “U Siccu”

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Ieri sera a Marsala, al Complesso monumentale San Pietro è stato presentato il nuovo libro di Lirio Abbate “U siccu”, uno dei tanti soprannomi con cui è indicato Matteo Messina Denaro, oggi nell’elenco dei primi dieci latitanti più ricercati nel mondo. Ha presentato l’autore il giornalista Giacomo Di Girolamo, direttore del blog TP 24 Trapani, che ha dedicato studi e libri su colui che da più parti è accreditato come l’attuale capo di Cosa Nostra. La sua  “inafferrabilità” dura dal 1993 , cioè da 27 anni e in tempi recenti,  secondo Lirioo Abbate, su di lui è calato il silenzio. Ha aperto i lavori il sindaco di Marsala, dove tra qualche mese si andrà al rinnovo degli organi amministrativi ed ha paventato sia la mancanza di progetti di costruzione di strutture per la Sicilia, sia la possibilità che i soldi che proverranno dall’Europa, a seguito dell’emergenza Covid, possano disperdersi tra i vari canali mafiosi senza produrre risultati concreti. Di Girolamo  ha accennato all’habitat sotto il controllo di Messina Denaro, cioè la zona del trapanese e alla costante rete di protezione di cui godrebbe il latitante. Lirio Abbate ha esposto la sua tesi, peraltro ben nota, che la presenza “invisibile” di un malavitoso e assassino come Messina Denaro danneggia l’economia locale, poiché nessuno che non sia sotto la protezione mafiosa viene ad investire su territori in cui tale protezione è “imposta”, anche perché l’economia illegale può permettersi attraverso il riciclaggio, di essere concorrenziale con l’economia legale, obbligata a rispettare le regole di mercato. Su tale argomento  si è soffermata la prof.ssa Stefania Pellegrini, dell’università di Bologna, che ha recentemente pubblicato un libro, “L’impresa grigia”,  nel quale è ampiamente illustrato il meccanismo di apparente legalizzazione degli investimenti produttivi anche in tutta Europa e la capacità di alcuni ambienti criminali mafiosi di inquinare apparati produttivi sani. In conclusione è stata una serata in cui, nel pieno rispetto delle norme anticovid, si è parlato di tutto e ben poco di lui, l’introvabile, l’invisibile,  l’imprendibile eterno latitante, assassino, colpevole , si dice, di tutto quello che è successo di male mafioso in questo paese negli ultimi quarant’anni.

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