Casalpusterlengo: una giornata per/con Peppino Impastato (Salvo Vitale)

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VITALE

Sabato 27.2 Già da quattro mesi ero stato contattato dalla responsabile della Biblioteca Comunale di Casalpusterlengo ed avevo accettato l’invito. Era stato invitato anche Giovanni Impastato, che ha declinato l’invito perchè  si trovava impegnato  in altro posto. Arrivo a Bergamo, pioviggina e c’è un freddo  umido, ben diverso dalle alte temperature sciroccali che ho lasciato in Sicilia. Durante il viaggio mi passano sotto gli occhi una lunga teoria di capannoni industriali chiusi. La crisi ha colpito anche qua, a due passi  dalla Milano “zoccolo duro” dell’economia italiana: molte attività sono state rilevate da aziende straniere, altre sfruttano il lavoro a basso costo degli immigrati, salvo poi lamentarsi  della loro presenza. Arriviamo a casa di Mirangela Galazzi, una donna apparentemente mite, ma interiormente decisa, una che sa il fatto suo. A cena  siamo una decina di persone e ci abbuffiamo con specialità  tipiche della bassa Padania sino al Piacentino, culaccia, gorgonzola, tortellini in brodo, torta del Casale, il tutto innaffiato dal vino “Cento Passi”. Scopro che  il figlio di Mira, Paolo Apollo Negri è uno dei migliori “hammondisti” europei, se non mondiali:  così si chiamano i suonatori dell’organo “Hammond” di cui Paolo possiede uno splendido esemplare. Dormo alla “Ca Nova”, una cascina all’esterno desolata, ma all’interno molto confortevole.

Il giorno dopo, In mattinata ha luogo  un incontro con gli studenti dell’Istituto superore di Scienze applicate “A.Cesaris”.  Dopo i saluti della dirigente scolastica e di altri rappresentanti,  facendo riferimento alla mia lunga carriera di docente, parlo di Peppino e di sua madre Felicia, sostenendo che si coniugano pienamente con il tema e l’obiettivo dell’educazione alla legalità, poichè, nel caso di Peppino, abbiamo un chiaro  esempio di come non si debba accettare passivamente tutto ciò che le leggi impongono, ma che bisogna sapersi ribellare quando queste leggi sono ingiuste e non sono al servizio di tutti,  non per il bene di tutti; nel caso di Felicia è da apprezzare invece la sua scelta e la sua voglia di giustizia, non di vendetta, anche se tale scelta ha comportato ventidue anni di lotta. In tal senso  propongo agli studenti un  video  da me realizzato, che proietta, con immagini in gran parte inedite,   alcuni passaggi  del mio recente libro  “Cento passi ancora”, sottoposto all’attenzione e all’interesse degli alunni.  Si è parlato inoltre, su richiesta e su domande poste da alcuni alunni, della libertà di stampa e di espressione, del ruolo delle donne nella società mafiosa,  dei terreni di accumulazione illegale, oltre che dell’attuale momento di crisi, dal quale emergono vasti settori di economia nera e fenomeni  di corruzione. Un ragazzo ha posto anche il tema dei rapporti mafia-stato, della trattativa e della difficoltà di credere in uno stato, in difesa del quale schierarsi, quando questo stato è colluso con la mafia e ne costituisce spesso l’interfaccia. L’incontro è stato seguito con attenzione da oltre trecento ragazzi delle classi quarte e si è chiuso con la proiezione di un video sull’esperienza estiva fatta da alcuni ragazzi del Iiceo presso i campi di lavoro confiscati alla mafia a Corleone e sulle loro visite a Casa memoria a Cinisi e a Telejato a Partinico.

Nel pomeriggio l’iniziativa è riproposta alla popolazione nei locali della biblioteca. Si tratta di un vecchio edificio di proprietà comunale ristrutturato e destinato ad ospitare un notevole patrimonio librario di oltre 40 mila volumi, oltre che dvd, film, cd musicali e riviste. La biblioteca è frequentata da ragazzi alle prese con ricerche scolastiche, ma anche da lettori di tutte le età. Malgrado l’orario, alle 15, e la pioggia, sono presenti  quasi cento persone di tutte le età. Il sindaco porge i suoi saluti,  viene proiettato il video di presentazione del libro, che ne illustra alcune scene e poi Salvo Vitale racconta la sua testimonianza, i momenti di lotta con Peppino Impastato, a partire dagli espropri a Punta Raisi per la costruzione della terza pista, dalle scelte politiche del gruppo  alla radio come strumento di controinformazione, al depistaggio delle indagini, ai 22 anni di lotta portati avanti da Felicia, la madre di Peppino, nella sua ostinata voglia di giustizia, al mutato clima che lentamente si sta creando a Cinisi, dopo tanti anni di lavoro politico. Anche qua domande sul momento attuale, sulle trasformazioni in atto degli assetti mafiosi. Delle 35 copie commissionate dalla Biblioteca alla casa editrice Rubbettino, ne restano solo cinque: un successo.  Smettiamo alle cinque, perchè alle 19 mi aspetta l’aereo a Bergamo. Tutto tranquillo, sino al momento dell’atterraggio, allorchè la voce del comandante annuncia: ” Siamo spiacenti di comunicare ai signori passeggeri che, a causa delle forti raffiche di vento, l’atterraggio non è possibile e che atterreremo all’aeroporto di Catania”. Un colpo. Mi sembra una sorta di nemesi. Proprio in mattinata avevo raccontato ai ragazzi della  scellerata scelta del sito di Punta Raisi per la costruzione dell’aeroporto, degli intrighi politici e mafiosi nella sua realizzazione, della sua pericolosità , della decisione di costruire una terza pista per consentire gli atterraggi anche nelle giornate di scirocco, quando il vento che si introduce dalle gole dei monti crea strani vortici, degli incidenti occorsi, con oltre 200 morti. E adesso tutto sembra tornato indietro di oltre cinquant’anni. Atterriamo a Catania, dove sono stati dirottati anche  passeggeri provenienti da Bologna e da Roma e solo dopo due ore arrivano i pullman che ci portano all’aeroporto Falcone-Borsellino, dove arriviamo intorno alle 13. Arrivo a Partinico, dove Dina mi aspetta preoccupatissima, intorno alle due e faccio cena con una fetta dell’ottima torta del Casale regalatami dalla Preside, che mi sono portato appresso per tutto il tempo.   Non so se Peppino mi stia guardando, con il suo sorrisetto sornione.

 

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