Beni sequestrati: approvata alla Camera la nuova vecchia legge
Beni sequestrati e confiscati: la Camera approva la nuova vecchia legge.
Con 281 voti favorevoli e 66 contrari la Camera ha approvato, il 10 novembre 2015 le modifiche al Codice Antimafia. Qualche ritocco qua e là, su un presunto albo degli amministratori giudiziari, che già esiste, ma che non è stato mai preso in considerazione, la norma, che non bisognerebbe nemmeno scrivere, tanto è scontata, che impedisce la nomina ad amministratore giudiziario ai parenti e “ai commensali abituali”, l’assegnazione in affitto degli immobili confiscati , al personale delle forze di polizia, delle Forze Armate e dei Vigili dwl fuoco, che potranno, a proprie spese, ristrutturare gli immobili. Questa cosa, voluta dai 5 stelle fa proprio ridere: ma come, lo stato dovrebbe dare in affitto immobili che gli appartengono, in quanto confiscati, ai suoi rappresentanti e addirittura consentire ristrutturazioni a loro spese? Cose da repubblica delle banane. Pare che sia previsto un fondo appositamente riservato alle aziende in difficoltà a causa dell’amministrazione giudiziaria, ma non è chiaro da dove spuntino questi fondi, dal momento che il tanto decantato FUG pare che sia all’asciutto e, se non lo è, perchè fare norme che ripetono norme già esistenti, dal momento che il FUG dovrebbe servire proprio per le aziende in difficoltà? Insomma, le prese per il culo non sono normali. La più grave è quella che tutti cantano e sbandierano come una grande vittoria, ovvero, una subdola approvazione di una proposta di iniziativa popolare della CGIL, chiamata “Io riattivo il lavoro”, alla quale si sono associati Libera, l’Arci, la CGIL, Avviso pubblico, le quali dovrebbero essere destinatarie o assegnatarie, anche in amministrazione giudiziaria, dei beni sequestrati e confiscati. Dal nulla, per iniziativa del governo, è spuntata, assieme a queste sigle, fortemente voluta anche da Davide Mattiello, deputato già referente di Libera, Invitalia, un’agenzia berlusconiana, il cui presidente è uno dei fondatori di Mediaset, che si occupa dell’attrazione di investimenti e di sviluppo d’imprese, con la partecipazione, al 100% del ministero dell’economia. Insomma, se è vero che l’impero di Berlusconi è stato realizzato con i soldi e con i voti dei mafiosi, (ovviamente non solo di quelli), ci pare un bel modo di fare rientrare dalla finestra l’asino uscito dalla porta. Una mano lava l’altra. Per il resto, di tutte le proposte che avevamo avanzato, soprattutto sui tempi brevi per dimostrare la provenienza dei beni e su un riequilibrio dell’aspetto penale e di quello della prevenzione, neanche l’ombra. Del tutto ignorata anche la situazione dei creditori , poichè la legge consente all’amministratore giudiziario di richiedere i crediti, ma di non pagare i debiti. Ne conseguono fallimenti a catena, il tutto nelle mani di curatori giudiziari, sempre nominati dal tribunale, che svendono a due soldi ai loro amici beni di grande valore. Tutto in nome della legalità.
Ma su questo non avevamo dubbi (S.V.)