23 maggio 2022, quello che resta……(Pietro Cavallotti)

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WhatsApp Image 2022-05-23 at 16.31.14PUBBLICO QUESTO SFOGO DI PIETRO CAVALLOTTI, DIETRO CUI SI LEGGE IL LUNGO CALVARIO DI 14 ANNI ATTRAVERSATO DA LUI E DALLA SUA FAMIGLIA A CAUSA DI ALCUNI MAGISTRATI CHE HANNO STRAVOLTO I PIù ELEMENTARI DIRITTI COSTITUZIONALI USANDO E ABUSANDO DELL’IMMENSO POTERE CHE VIENE LORO DATO DALLA LEGGE SULLE MISURE DI PREVENZIONE. IL QUADRO DI GAETANO PORCASI STA INVECE A ILLUSTRARE COME, TRENT’ANNI DOPO L’ESPLOSIONE SULL’AUTOSTRADA NON è FINITA…..(s.v.)
Oggi sono passato dal Tribunale di Palermo dove ho visto tanti bambini delle scuole elementari. Tutti a celebrare Falcone, con le rispettive maestre, nel giorno in cui ricorre il trentesimo anniversario del suo assassinio.
Mi sono chiesto, come mi chiedo ogni anno da ormai molti anni, che cosa sia realmente rimasto dell’eredità di Falcone.
Molti si sono presentati come suoi eredi, facendo carriera, acquisendo consenso popolare e potere nei gangli delle Istituzioni. Il potere di ottenere il varo di leggi, quello di ostacolare l’approvazione di riforme importanti in materia di giustizia. Il potere di distruggere la vita di intere famiglie.
Eppure, i veri insegnamenti di Falcone sono stati del tutto traditi. Penso alla responsabilità civile dei magistrati, alla separazione delle carriere, ai processi che si devono fare sulla base delle prove e non sulla base di semplici sospetti. Sono tutti principi cari a Falcone di cui oggi l’antimafia militante – quella che paradossalmente lo ricorda – fa volentieri a meno.
Come si fa nel giorno del ricordo a non ricordare che i primi ad avercela con Falcone erano alcuni dei suoi stessi colleghi della Procura di Palermo che lo ostacolarono a tal punto che, per un certo periodo, Falcone fu costretto ad andarsene a Roma?
E cosa pensava Falcone delle misure di prevenzione, di queste strane misure d’epoca fascista che possono distruggere chiunque senza la prova di un reato?
Me lo chiedo perché queste misure, piuttosto che essere cancellate dal nostro ordinamento in quanto in contrasto con la Costituzione e con lo Stato di Diritto, sono diventate il principale strumento di cui si serve lo Stato per colpire imprenditori incensurati, assolti, mai rinviati a giudizio.
Il pensiero di Falcone è davvero sbalorditivo e scardina la narrazione antimafia che ha governato la giustizia negli ultimi trent’anni.
“Non si intende riproporre, almeno in questa sede, la questione della costituzionalità delle misure di prevenzione, ma solo sottolineare la stranezza che in un Paese dove i “garantisti” abbondano nessuno si sia ancora accorto di quanto sia gravemente distonica, rispetto ai principi dello “Stato dei diritti”, oltre che inefficace, la pretesa di ricorrere massicciamente alle misure di prevenzione contro il crimine organizzato, trascurando il rigoroso accertamento delle responsabilità attraverso il processo penale”.
Così, stravolgendo gli insegnamenti di Falcone, si è pensato bene di confiscare i patrimoni senza cercare i reati. Quando facciamo le celebrazioni, dobbiamo ricordare ciò che veramente pensavano i celebrati. Non si può usare il martire per affermare principi esattamente contrari a quelli per i quali si era battuto in vita.
Ipocriti!

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