L’eresia no-vax (Alessio Pracanica)

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“Oggi chiamano filosofi sé stessi,

gli insegnanti di filosofia”

(I. Fossati – La bottega di filosofia)

 

Il medioevo non è stato quel periodo di oscurantismo che gli illuministi, a posteriori, bollarono come secoli bui, contrapponendolo al loro sfolgorante secolo dei Lumi.

Le caratteristiche peculiari di quella lunghissima era, di inquadramento non sempre facile, sono ben altre. D’altronde, come ben diceva Krzysztof Pomian, tutte le periodizzazioni vanno strette allo storico.

Il medioevo è, innanzi tutto, epoca di profonda, totalizzante religiosità. Sentimento così diffuso e radicato da essere, usando le parole di Johan Huizinga, quasi incomprensibile per noi uomini moderni.

Religione come forma di pensiero unico, che permea ogni aspetto della vita sociale e del dibattito intellettuale.

Il che ci porta alla seconda peculiarità del mondo medievale, la carenza di filosofia. A tutto vantaggio di una teologia che è soprattutto Scolastica, superficialmente divisibile in due grandi periodi: l’idolatria del pensiero di Aristotele e il suo successivo rifiuto.

I grandi pensatori laici, che pure esistono, come Giovanni Scoto o Marsilio da Padova, restano casi isolati.

Il rigetto di questo pensiero unico, che la chiesa si affretta a bollare come eresia, nasce dal basso.

Dolciniani, bogomili, valdesi e compagnia bella non sono professori della Sorbona. Non hanno gli strumenti per combattere o riformare una teologia che essi vedono, non completamente a torto, come linguaggio e strumento del potere.

Non possono, né vogliono, inchiodare tesi riformiste a un portone, come invece farà qualche secolo dopo un dotto teologo tedesco, con gran gioia degli abitanti di Wittenberg.

Gli eretici medievali si accontenterebbero di non patire quella fame di cui attribuiscono la colpa ai presbiteri grassi che si aggirano per le campagne, predicando l’ubbidienza al Signore, con e senza maiuscola.

La loro, in buona sostanza, non è un’eresia, ma un tentativo di rivolta sociale che si esplica nell’ambito sbagliato, religioso, per carenza di strumenti analitici e mancanza di alternative. Karl Marx d’altronde non era ancora nato e i Gracchi mai più risorti. Tentativo di lotta che si inserisce, vaso di coccio tra vasi di ferro, in quella più ampia tra papato e impero, finendo per buscarle da entrambi.

Terzo aspetto dell’era medievale, l’enorme distanza tra potere e masse sociali. Papi e re sono tali per volontà e grazia di Dio, chierici e baroni la loro diretta emanazione. Niente a cui un servo della gleba possa confrontarsi

La nostra epoca, in apparenza così dinamica, presenta con il medioevo parecchi punti di contatto.

La rinnovata assenza di filosofia, per esempio, nuovamente ridotta a scolastica, rimasticazione delle ideologie ottocentesche. Oppure, dato che la scienza ha sostituito la religione come pensiero predominante, costretta nel comodo recinto dell’epistemologia.

Altro punto in comune è l’alto tasso di paura sociale. Al timore dell’inferno e al millenarismo medievale si è sostituita la paura del cancro, del covid, di un’ipotetica invasione di migranti e di un molto più realistico impoverimento economico.

L’uomo medievale del villaggio isolato, al tramonto, sbarrava porte e finestre nel timore di lupi, streghe e demoni. L’uomo moderno del villaggio globale fa altrettanto, nel timore di rom, immigrati e altri fantasmagorici nemici.

Che siano inventati importa ben poco, per chi ci crede. Anche le illusioni, attingendo di nuovo a Johan Huizinga, fanno parte della realtà.

Il nostro dunque, è una sorta di medioevo ad alta tecnologia, dove alla colpevole latitanza della filosofia si aggiunge lo stesso, diffuso, tasso di ignoranza che affliggeva i secoli bui.

Ignoranza spesso celata dietro lo schermo di un diploma o di una laurea. Contraddizione solo apparente, se si considera che questi titoli di studio sono oramai inflazionati e soprattutto che l’uomo del 21° secolo deve conoscere molte più cose rispetto al suo omologo medievale. Di conseguenza il gap tra cime e abissi del pensiero è rimasto pressoché invariato.

Con l’aggravante che il moderno eretico si ritiene fornito di una patente per poter sproloquiare e non si aggira più per le oscure boscaglie dell’anno mille, ma per le vaste e vaghe lande del web, nuova foresta medievale dell’informazione.

Naturale quindi che la folla di complottisti, no vax e anti 5G punti il dito contro la scienza. Perché crede di vedere in essa, con la stessa confusa miopia di un Dolcino, il linguaggio e il simbolo stesso del potere.

Errore grossolano che dimostra tutta la povertà di strumenti dei nuovi eretici. Perché se è vero che la scienza ha sostituito la religione nel dibattito scientifico, pur tuttavia è composta da fatti dimostrabili, la cui esistenza, a differenza delle paure cui si accennava prima, è indipendente dall’opinione individuale. Si ha ben voglia di credere che la Terra sia piatta, essa rimane cocciutamente sferica.

Le illusioni fanno senza alcun dubbio parte della realtà, ma all’interno di quest’ultima esiste comunque un nucleo di elementi concreti. Che per essere opinati, richiederebbero strumenti ben più complessi di quelli necessari a un Dolcino per contestare la teologia imperante.

Ennesimo punto di contatto, la ritrovata, anzi accentuata distanza tra masse e poteri.

Il potere attuale non discende da Dio, ma è amorfo, proteiforme, capitale transustanziato in Big Data, anonimo Moloch senza nemmeno un kaiser, un fuhrer, un Grande Fratello da offrire all’odio collettivo. La distanza rispetto a noi è enorme. Perfino miliardari e politici sembrano essere ormai più burattini che burattinai.

Un convoglio impazzito, senza conducente, in cui aria condizionata e buffet sontuoso offrono ai viaggiatori di prima classe l’illusione di una libertà che hanno perso da un pezzo.

Più che legittimo diffidare di un potere simile, che tutto trita, sommerge, ingurgita nel nome di una crescita infinita.

Molto meno legittimo, invece, atteggiarsi a eretici contro il sistema, attaccando il bersaglio sbagliato senza nemmeno possedere i giusti strumenti.

In ogni rivolta sociale l’obbiettivo dev’essere sempre il potere e non le sue supposte e indimostrate emanazioni. Se invece della Bastiglia i giacobini avessero attaccato l’Accademia di Francia, avrebbero ottenuto ben poco.

Per questo, complottisti e no-vax, condividendo la stessa confusa metodologia degli eretici medievali, finiranno come loro schiacciati tra le pagine della storia.

Mentre il potere, quello vero, nemmeno scalfito da questa velleitaria protesta, continuerà a ronzare soddisfatto nei suoi server ben refrigerati.

 

 

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