Ciao Letizia…

Leti. Bat.

 

Come tutti i grandi personaggi, Letizia Battaglia continuerà a vivere attraverso i suoi indimenticabili scatti che hanno illuminato frammenti della vita siciliana, a partire dai delitti di mafia, per andare a quella rassegna di sofferenze umane rappresentata da quelli che sono stati definiti “pazzi” e messi ai margini della società.  Negli anni in cui lavorò al giornale della sera, “L’Ora” di Palermo, a partire dal 1969  fu sempre sul posto, a fotografare una lunga teoria di delitti, di vittime e di loro familiari tra dolori, crudeltà, sofferenza di quel microcosmo che è Palermo, capitale di vizi e virtù, dove tutto è possibile e diventa reale. Per alcuni versi ha continuato il lavoro iniziato da Danilo Dolci,, affiancato da grandi fotografi, come Sellerio, Scianna, Andrè Martin,  ovvero documentare e far conoscere il sottosviluppo meridionale, i suoi mali, le sue risorse e la voglia di cambiamento spesso frustrata e resa inutile da promesse non mantenute, dal clientelismo, dalla mancanza di coscienza civica.

87 anni vissuti intensamente nel duplice ruolo di artista e di donna al servizio della sua città. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando l’ha definita “un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell’arte, una bandiera nel cammino di liberazione della città di Palermo dal governo della mafia. In questo momento di profondo dolore e sconforto esprimo tutta la mia vicinanza alla sua famiglia”.

Dopo un soggiorno a Milano nel 1974 creò a Palermo, con il suo compagno di allora, anche lui grande fotografo, Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione Fotografica” e documentò con i suoi scatti rimasti famosi  la guerra di mafia, gli incontri tra i cugini Salvo e Andreotti, l’omicidio di Piersanti Mattarella,

Nel 1978 la ricordo a Cinisi, a cogliere i momenti più tragici seguiti all’assassinio di Peppino Impastato, a filmare manifestazioni e comizi, di cui penso avrà una infinita documentazione persa tra i suoi negativiLetizia Battaglia e Salvo: e proprio con questo spirito fu una socia fondatrice del Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”, creato da Umberto Santino.

Nel 1985 fu la prima donna europea a ricevere, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Nel 1999 ha ricevuto anche il premio Mother Johnson Achievement for Life.

Nel  suo “laboratorio d’If”’  e poi nel Centro Internazionale di Fotografia” creato ai Cantieri culturali della Zisa,  tisi è formata un’intera scuola di fotografi siciliani, prima fra tutte la figlia  Shobha. Sempre in prima fila anche per il suo impegno politico, è stata consigliera comunale e poi assessore al verde pubblico in una giunta di Leoluca Orlando. Nel 1991 è stata eletta Deputato regionale nella lista della Rete, ma  quando ci ha riprovato, nel 2012, con SEL, non è stata rieletta.

Malgrado gli acciacchi, che l’hanno portata sulla sedia a rotelle, ha continuato a viaggiare, a organizzare iniziative e a rilasciare interviste, a rispondere alle telefonate, sino all’aggravarsi della sua malattia.

Letizia Battaglia ha mostrato a tutto il mondo di che pasta sono fatte le donne siciliane e proprio per il riscatto delle donne e per la loro dignità ha dato, assieme ad altre grandi donne, come Miriam Mafai e Rosanna Piraino, attraverso la rivista Mezzocielo, un contributo che non si potrà dimenticare e segnato una strada sulla quale è necessario continuare.

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