Sui referendum

copertina Porcasi

 

 

Riguardo i referendum proposti dai Radicali e dalla Lega, sono in profonda crisi. Da un lato ritengo giusti, se non sacrosanti, alcuni  quesiti, dall’altro non sprecherei né scriverei mai una virgola che potesse arrecare alcun vantaggio al neofascistume del centrodestra e che potesse essere utilizzata da Salvini per portare acqua al suo mulino. Quindi, non firmerò: i radicali dovrebbero valutare meglio con chi mettersi e, conoscendo l’opportunismo elettorale di Salvini, rischiano di fare la parte degli utili idioti. Se il PD e i Cinquestelle non vogliono farsi scavalcare dovrebbero dire qualcosa, non stare a guardare, in attesa o nella speranza della riforma della ministra  Cattafia, anche perché Salvini stesso ha detto che “si tratta  di dare una spallata alla riforma della giustizia”. Quindi una  raccolta di firme inutile.

 

Nel dettaglio:

 

Primo quesito: Il  magistrato che voglia candidarsi al Consiglio superiore della magistratura deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme tra i suoi colleghi e quindi cercare l’appoggio di una delle correnti interne. Si chiede pertanto di abrogare il vincolo delle firme, (legge 195 del 1958), per consentire  a tutti i magistrati di candidarsi, senza dover schierarsi  con le varie fazioni .

Valutazione: il principio del non essere intruppato in una corrente, se si vuol fare carriera è giusto: il caso di Gratteri lo conferma. Ma anche se non si richiedono le firme, le varie correnti possono esprimere un candidato, accordarsi e votare per questo, quindi siamo sempre lì: un quesito inutile.

 

Secondo quesito: e il vecchio problema della responsabilità civile dei giudici e della  rivalsa diretta, da parte del cittadino danneggiato,  sul loro operato giudicante  (legge 117 del 13 aprile 1988 (Risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati). Oggi il magistrato, così come chi agisce su suo incarico, è protetto dallo Stato nei confronti del quale è solo possibile chiedere il risarcimento, salvo restando che lo stato può successivamente rivalersi sul magistrato, cosa che avviene raramente.

Valutazione: non è facile individuare come colpa il giudizio di un giudice, nell’esercizio delle sue funzioni, ove un successivo giudizio lo smentisca. Non esiste un’oggettività della giustizia tale che la bilancia  sia uguale nei suoi due piatti. Altrimenti bisognerebbe eliminare i vari gradi di giudizio. Diverso invece il caso del dolo, dell’omissione, del pregiudizio. E   tuttavia la valutazione dell’errore giudiziario è affidata a un giudice che deve valutare l’operato di un suo collega. Mi sembra anche questo un quesito inutile, poiché la legge sull’eventuale risarcimento, da parte dello stato,  su eventuale rivalsa dello stato nei confronti di chi ha agito scorrettamente in suo nome, esiste, basta applicarla.  Oltre che inutile è pericoloso: quale giudice, anche nella lontanissima ipotesi di qualche dubbio, emetterebbe una sentenza di condanna, sapendo che potrebbe pagare di tasca?. In una parola, quale giudice oserebbe condannare Berlusconi?

 

Terzo quesito:   I magistrati sono soggetti a essere valutati professionalmente da organi composti dagli stessi magistrati, apparendo come una casta intoccabile che giudica se stessa. IL quesito chiede una parziale revisione del  DL 25  del 2006 , ovvero che sia ammessa alla votazione la   componente non togata minoritaria  composta da avvocati e professori universitari.

Valutazione: se la componente non togata è minoritaria, a che serve il suo voto? La valutazione dovrebbe essere fatta dal Procuratore capo, nella stessa misura in cui una volta il preside valutava i suoi insegnanti. Ma anche su questo esisterebbero punti e questioni personali, ove il Procuratore appartenga a una corrente e può avere uno occhio di riguardo per i suoi amici. Tanto vale abolirla.

Quindi altro quesito inutile

Quarto quesito: E’ il più articolato e il più discusso, poiché riguarda l’annoso problema della separazione delle carriere tra funzioni giudicanti e funzioni inquirenti,   per promuovere, si dice,  “sano antagonismo tra poteri”. Nella loro carriera i magistrati alternano il ruolo di pm e quello di giudice.  Secondo il quesito, il magistrato, una volta scelta la funzione giudicante o requirente all’inizio della carriera, non potrà più passare dall’una  all’altra.

Valutazione: Indubbiamente si toglie a un magistrato una fetta di potere, ridimensionandone le mansioni, ma a che serve tutto ciò ? Cosa cambierebbe, nel momento in cui gli organici dei magistrati sono sempre sotto numero, e sulle loro spalle grava un numero impressionante di processi? E infine, perché creare antagonismo tra dio loro? In altri termini, non mi sembra il momento.

 

Quinto quesito: riguarda la custodia cautelare, vale a dire la detenzione in carcere prima della sentenza di condanna, che anticipa la pena andando ben oltre il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, sino alla sentenza. Si richiede l’abrogazione di un articolo del DPR 447 del 1988 CP,  ma solo per la reiterazione del reato, lasciando invece la custodia cautelare per l’inquinamento delle prove e per il pericolo di fuga

Valutazione: Perché il carcere preventivo solo per il pericolo di inquinamento delle prove e per il pericolo di fuga e non per il pericolo di reiterazione del reato? Se il reato è un omicidio ed esiste il pericolo che possa essere di nuovo praticato, perché lasciare in libertà il potenziale assassino?

 

Sesto quesito: abolizione del D.L. 235, detto “legge Saverino” che prevede l’incandidabilità, ineleggibilità, decadenza, di chi è condannato per alcuni reati: il quesito esclude l’automatismo della sanzione accessoria e ne affida  la decisione e la valutazione  al giudice.

Valutazione: è l’unica concessione che viene fatta ai giudici, ovvero decidere sulla candidabilità di un condannato. A quanto pare non basta la sola condanna. Non sono d’accordo.

 

In conclusione ho trovato, riflettendo bene, una serie di motivazioni per non andare a firmare. Con tutti i limiti della mia analisi, a causa della mia scarsa conoscenza di tutto il mondo della giustizia e della giurisprudenza. Quindi se qualche sapientone ha voglia di criticarmi, lo faccia con garbo, tenendo conto di queste mie lacune.

 

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