Ricordata Rita Atria: il premio nazionale “Picciridda” assegnato a dieci personalità, tra cui Salvo Vitale

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Trentadue anni fa Rita Atria, ad appena 17 anni, ci lasciava, sacrificando la sua stessa vita al sogno di una Sicilia libera dalla mafia. Era passata una settimana dalla strage di via D’Amelio. Con le solite difficoltà di ogni anno, la cognata di Rita, Piera Aiello, già deputata, e il prof. Bruno Belsito, presidente della Rete Antimafia Brescia e responsabile organizzativo dell’evento, hanno provato a preparare questa giornata del ricordo di Rita  sin dallo scorso mese di  febbraio, informando il sindaco di Partanna, con una email  in cui era riportata una bozza di programma. Nessuna risposta, come nessuna risposta è stata data alle varie telefonate. In un incontro tra Piera Aiello e l’Assessore  alla cultura di Partanna, nel giugno passato, veniva comunicato che la piazza e il palco non erano disponibili, perché impegnati per un’altra iniziativa di magistrati. Da quanto trapela da alcune  informazioni di stampa, pare che siano volate scintille, al punto che veniva programmata a Partanna una messa in memoria, celebrata da don Ciotti, e una visita al cimitero, alla tomba di Rita. Non  sono note le motivazioni per cui Don Ciotti non ha celebrato la messa: c’erano le bandiere e i rappresentanti di Libera alla messa, celebrata dal vescovo di Mazara mons. Mogavero, il quale è andato oltre le riserve e le polemiche dell’anno precedente,  rendendo omaggio alla memoria di Rita e alle sue coraggiose scelte, soprattutto alla rottura con la madre e alla sua collaborazione con Borsellino. La visita al cimitero, ha messo ancora una volta agli occhi di tutti l’anomalia della foto di Rita assieme a quella della madre che, con un martello è andata a distruggere la foto della figlia. Probabilmente Rita meriterebbe una tomba migliore.  In serata buona parte del gruppo si è spostata nella vicina Santa Margherita Belice, dove, alla villa comunale “La Passeggiata”  per la cerimonia di consegna del premio “Picciridda”. Malgrado il posto non sia dei più felici, perché bisogna lasciare la macchina fuori dai cancelli e andare per circa un chilometro a piedi, su una stata sterrata e in pessime condizioni, la cerimonia di consegna è riuscita bene, preceduta da una recita di un gruppo teatrale di Catania che ha recitato una suggestiva e interessante rappresentazione intitolata “LIBERE” a cura dell’associazione “La Tazzina della Legalità”, seguita da un catering e dalla premiazione in presenza delle istituzioni.  Questi i premiati:

Silvia Camerino, attivista di Agende Rosse, scrittrice e biografa di Paolo Borsellino,

Mauro Esposito: Ingegnere, imprenditore, testimone di giustizia  e promotore dell’antimafia sociale

Marisa Garofalo: sorella di Lea, uccisa selvaggiamente dal compagno e dai suoi complici, “diffonde in ogni dove la cultura dell’antimafia sociale

Filippo Misuraca e Margherita Landa, due giovani imprenditori  che si sono ribellati alle richieste mafiose di estorsione, proponendosi, per la società civile “per la quale costituiscono un modello da seguire

Maresciallo Francesco Custode, componente della scorta , prima di Pita Atria, poi di Piera Aiello

Ismaele la Verdera, già giornalista, attualmente vicepresidente della Commissione Regionale Antimafia Siciliana

Antonino Spezia: Imprenditore e funzionario della Regione Siciliana ha risanato e gestito le cantine Giafar “ottenendo assieme ad altri soci eccellenti risultati e respingendo “ogni sorta di intimidazione”

Alla memoria dell’appuntato Giuseppe Bommarito, morto nell’esercizio del proprio dovere nella strage di via Scobar, 1983, in cui perse la vita il capitano D’Aleo, del quale Bommarito era uomo di scorta.

Matteo Tubertini: imprenditore che “ha risposto alle numerose intimidazioni e ai  tentativi di estorsione diventati sistematicamente oggetto di denuncia”

Salvo Vitale: Scrittore, filosofo e giornalista di estesa cultura e profonda sensibilità d’animo, ha contribuito fin dagli anni sessanta alla complessa rivoluzione culturale, che ha alimentato il movimento antimafia siciliano. Autorevoli e di immenso valore storico alcune delle sue numerose opere, nelle quali si rivive lo spirito combattivo e sagace che lo accomuna al suo compagno di lotte Peppino Impastato. Salvo Vitale ha annunciato di volere condividere il premio con il suo amico e compagno di lotte, sin dai tempi di Radio Aut, Faro Di Maggio, chiamandolo sul palco.

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