La minchiata
Questo studio sul significato del termine “minchiata” e sul suo utilizzo è degno di essere pubblicato su Wikipedia o sul vocabolario della lingua italiana Treccani. La parola “minchiata” deriva da “minchia”, vocabolo siciliano che indica espressamente l’organo sessuale maschile. Si noti che la parola è al femminile e indica un organo maschile, mentre la parola “sticchiu” è maschile, ma indica un organo femminile. Il termine è polivalente, cioè si presta a una serie di significati collaterali che, in linea di massima sono gli stessi di quelli dell’italiano “cazzo”. Si usa come espressione di meraviglia: “Miinchiaaa” e il prolungamento della’oi” e/o della “a” è proporzionale all’intensità dello stupore. Ma puo essere usato anche nel significato contrario di delusione e persino di disgusto: “Minchia, che tristezza, che schifo!” Altro uso frequente è quello di “cosa”, ma di cosa sbagliata: “Chi minchia fai!!”. Tipica l’imprecazione ‘Non mi rompere, non mi scassare, non mi sgangare la minchia”. Non è semplice ipotizzare un “rompimento” dell’organo, che non è un osso, ma un muscolo, Lo “sgangamento” lascia intuire qualche possibilità nella capacità tutta femminile di “giocare” con l’organo sino a farlo piegare, ma non rompere. La “minchiata” è letteralmente il “colpo di minchia”, ma inteso, generalmente, nella sua accezione negativa, nel senso di fesseria, balla, idiozia stupidaggine: può essere dato al buio, e in questo caso abbiamo una “minchiata orba”, che sta anche per grossa stupidaggine, ma può anche essere dato male, e in questo caso abbiamo una “malaminchiata”, che è un termine offensivo per indicare un imbecille, uno stupido, una cosa inutile, insomma uno nato a causa di un colpo di “minchia” dato male. Una minchiata geniale e degna di passare alla storia, è quella raccontata da Benigni, dal titolo “L’errore di Donna Rosa”
“Se quella notte, per divin consiglio,
la donna Rosa, concependo Silvio,
avesse dato ad un uomo di Milano
invece della topa il deretano
l’avrebbe preso in culo quella sera
sol Donna Rosa e non l’ltalia intera.”
Si può notare che il senso positivo del termine si è perso: il “colpo di minchia” dato in maniera corretta, giusto, la “buona minchiata”, quella che va dritta al bersaglio, non è presa nella giusta considerazione, forse perché fagocitata dalla sua normalità. La minchiata giusta, quella che è frutto di un momento di riflessione, che colpisce il bersaglio con scientifica precisione, è un ossimoro, non esiste, altrimenti non sarebbe più minchiata.