Italiani

Foto Marco Alpozzi - LaPresse
24 06  2014 Torino
Cronaca

Tifosi Italiani assistono alla partita Italia - Uruguay sul maxischemo in piazza Vittorio a Torino.

Foto Marco Alpozzi - LaPresse
24 06 2014 Turin
News
Italian fans watching the match Italy - Uruguay on LED Displays in Piazza Vittorio in Turin.

Molto è stato scritto sull’argomento: “italiani brava gente”, italiani “popolo di navigatori, poeti, santi”, “maledetti italiani” ecc.. Nell’Ottocento Mazzini, ha teorizzato l’esistenza di una “terza Roma”, dopo quella dei Cesari e quella dei Papi, la “Roma del popolo”, con cui gli Italiani avrebbero dovuto proporsi all’Europa come i promotori della lotta per la conquista della patria e della democrazia. Nella retorica della storiografia ufficiale, la lotta per la patria sembrò realizzarsi nell’epopea risorgimentale, per contro, quella per la democrazia aveva precursori troppo illustri e più stabilizzati, dall’Inghilterra, agli Stati Uniti, alla Francia, per sperare di poter suggerire qualcosa di nuovo oltre le teorie autoritarie e spregiudicate del “Principe” di Machiavelli. E così, dopo l’unità, bisognò adoperarsi per fare gli Italiani. Si poteva, si doveva scegliere il federalismo per mettere insieme stati regionali con culture ed economie del tutto diverse e invece, nella paura che il nuovo soggetto politico-geografico si sgretolasse, si scelse il centralismo autoritario e l’amministrazione delle province come conquiste personali del re di Sardegna. La violenza con cui vennero represse le agitazioni popolari, dalla rivolta palermitana del Settebello (1866) al diffuso fenomeno di disagio sociale, definito “brigantaggio”, sono un chiaro esempio di come la Destra italiana decise di risolvere i problemi del lavoro, della sopravvivenza, dell’economia, prima  di quelli della democrazia, con la forza delle armi. Dopo l’inutile esibizione di forza di Bixio, con la fucilazione dei contadini di  Bronte,  seguì l’episodio di Porto Lanfranco, (14 agosto 1861), “il massacro dimenticato”,(“La Repubblica”  27 agosto 2010), dove la morte di 40 bersaglieri venne “vendicata” con la distruzione del paese e con l’eccidio di 400 persone innocenti:  nulla di diverso dall’operato dei nazisti alle Fosse Ardeatine. Con il suo autoritarismo da operetta  l’ex-rivoluzionario siciliano Francesco Crispi riuscì a distruggere il grande movimento di ispirazione socialista de “i Fasci siciliani” con fucilazioni, incarcerazioni, processi, condanne, lasciando ai suoi conterranei l’emigrazione, come unica possibilità per cercare un tipo di vita e di società diversa. Le crudeltà degli Italiani in Libia e il massacro gratuito dei capi berberi venuti a consegnare la resa, sono  ulteriori esempi di cattiverie e di  ferocia, non molto distanti dalle decimazioni ordinate dal generale Luigi Cadorna durante la prima guerra mondiale, per dare un esempio a chi avesse meditato di disertare o di dare ascolto alla propaganda socialista. La  spirale si completa con il fascismo: il clima di terrore imposto dalle squadracce, le sadiche violenze nei confronti degli indifesi, i delitti, da Matteotti ai fratelli Rosselli, le complicità con le forze dell’ordine che ne appoggiavano l’operato, sono momenti di un regime in cui il duce era l’italiano stesso, o ciò in cui l’italiano si riconosceva e si realizzava. Il tutto condotto attraverso l’appoggio del Partito Popolare e con l’occhio benevolo della chiesa,  stretta poi nell’abbraccio mortale del Concordato. Le atrocità commesse in Etiopia si legano perfettamente con quelle dei fascisti italiani in guerra in Spagna per “una nuova crociata” e con le orribili carognate dei repubblichini di Salò al servizio dei nazisti. La Resistenza rappresenta un fragile momento di riscatto che coinvolse circa 200.000 uomini e donne, ma che ridiede una dignità al servilismo italiano,  alla sua divisa cangiante di voltagabbana, al suo abituale schierarsi con l’apparentemente più forte. Parametri simili troviamo nelle regioni meridionali, dove la debolezza e la vigliaccheria della maggior parte di chi ci vive ha finito con il costituire il terreno di cultura di chi, attraverso la violenza e l’oppressione, ha imposto un sistema di potere al servizio del privilegio e dello sfruttamento. In ciò i mafiosi non hanno nulla di diverso dai dirigenti d’azienda che impongono contratti di lavoro capestro, o dai tangentisti  al servizio delle lobby politiche. Secondo una casistica molto diffusa nella scuola, chi diventa professore tende a far subire agli alunni le stesse cose che egli subiva quando era alunno. Conclusione: il trasformismo è italiano, il fascismo è nato in Italia, il regime democristiano identificatosi nel duce-papa è stato più longevo perchè protetto dagli Stati Uniti, privo di alternative credibili e perfettamente in linea con il binomio “pastore-pecore”. Negli anni ’50 si cantava, nelle chiese e nelle processioni:

“Bianco padre che da Roma

ci sei meta, luce e guida,

in ciascun di noi confida,

su noi tutti puoi contar.

Siamo arditi della fede,

siamo araldi della croce,

al tuo cenno e alla tua voce

in esercito marciam”

Facile rendersi conto della struttura militaresca della chiesa, con le sue gerarchie, i suoi cerimoniali, la sua piramide medioevale, (chierico, suddiacono, diacono, prete, arciprete, monsignore, eccellenza-vescovo, arcivescovo, eminenza-cardinale, santità-papa), dove i fedeli occupano solo la base, l’ultimo gradino, immersi inequivocabilmente nel ruolo di pecore o di strumento di esecuzione delle volontà che provengono dall’alto.

    Il berlusconismo è stato uno dei  momenti più appariscenti di questa storica mancanza di dignità legata a forme di violenza di cui il G8 di Genova è stato il momento più drammatico, ma che si servono degli strumenti tipici della videocrazia, come l’esclusione dei personaggi scomodi dagli spazi televisivi e dai tabloid, in sostituzione della “pena di morte”. Schiere di leccaculo si sono messe in fila ad elemosinare briciole, o addirittura niente, imbottite da passaggi mediatici dietro ai quali non c’è un’idea o un progetto politico, ma solo un uomo così pieno di sé da irradiare frammenti della sua immagine disgustosa e farli rendere digeribili e  indispensabili. Difficile scegliere se ci trovavamo davanti a un “signore” rinascimentale o a un signorotto feudale. E non si creda che tutto sia azionato dalla forza di convincimento e penetrazione dello strumento televisivo. Dietro ci sono fascisti di lunga navigazione, piduisti che hanno continuato ad agire indisturbati, monarchici e nostalgici di reali parate, industriali a caccia di spazi, di mercati, appalti in cui navigare: ci sono cristiani legati agli immensi privilegi che sono stati conservati al Vaticano, (dai finanziamenti alle scuole private, all’8 per mille, all’esenzione del pagamento dell’ICI per le immense proprietà ecclesiastiche),  mafiosi e camorristi, con i quali sono stati stipulati, nel tempo, papelli, trattative, patti chiari e precise garanzie, circoli e associazioni che nascono come funghi e funzionano da comitati elettorali al servizio dell’onorevole di zona: trovi serate di gala condotte tra lo sfarzo e il fumo dell’aristocrazia, che ormai ha accettato nel suo campo, oltre ai generali,  ministri e politici rampanti, prostituzione al servizio dei capricci e delle libidini dei nuovi gerarchi, funzionari e dirigenti ministeriali nominati all’uopo, per estendere l’ala di controllo in singoli  settori dell’elettorato, primari e direttori sanitari al vertice di una rete che controlla il sistema ospedaliero italiano e lucra sui bisogni per distribuire risorse, attrezzature, farmaci, consulenze; c’è il sistema della giustizia che, a parte i pochi magistrati recalcitranti, spesso oggetto di ritorsioni, è nelle mani di alti magistrati che decidono a chi assegnare i processi , quali processi mandare avanti, chi individuare come colpevole da dare in pasto, chi far languire in carcere, anche senza niente a carico. Per non parlare dell’apparato militare legato ai ministeri degli Interni e della Difesa, dietro cui ruota una vasta e lucrosissima sfera di interessi, dalle commesse militari al traffico internazionale delle armi, alle missioni all’estero, alle gerarchie che assicurano la difesa interna, ai servizi segreti, alla gestione delle carceri. Tutto quello che è successo con la Lega al potere e salvini agli interni è un’evidente esempio di come la faccia truce e l’esibizione dei muscoli nei confronti di chi non ha alcuno strumento per difendersi  affascinino una buona parte degli italiani e siano speculari al sostrato di vigliaccheria che nascondono. Chi pensa che tutte queste varie articolazioni del potere non siano state capillarmente permeate dal berlusconismo e dal succedaneo leghismo non ha capito niente della loro devastante forza di penetrazione. Chi pensa che si tratti di una moda destinata a scomparire col tempo e con i suoi leaders, come sta succedendo con i 5 Stelle,  non si è reso conto del complesso sistema di potere che ha eroso tutti i sostegni delle istituzioni democratiche, servendosi di leggi elettorali che col premio di maggioranza, lo sbarramento e altri espedienti truccano le cifre e danno ai capi dei partiti la facoltà di scegliere  i propri camerieri.

Pertanto l’attuale regime, spacciato per seconda repubblica, si differisce in poche cose, rispetto alla prima, salvo che quella, almeno formalmente, era più rispettosa degli spazi costituzionali di democrazia e del ruolo di mediazione dei sindacati nel mondo del lavoro: per aggirare questo ostacolo è stata inventata la “costituzione materiale”, cioè la forzatura deliberata e antidemocratica della costituzione reale.

Qual’è il ruolo degli italiani in tutto ciò? Quello di sentirsi pienamente realizzati come servi e di identificarsi in squallide figure che esprimono i loro difetti più reconditi, dalla litigiosità permanente, al fanatismo, all’intolleranza verso altre forme di pensiero e di religione, dal razzismo becero al meschino provincialismo, dall’aggressione verbale a quella di gruppo nei confronti dei soggetti più indifesi, dalla vigliaccheria al tradimento, al cambio di casacca, alla ricerca dell’effimero e delle vie nascoste dell’illegalità e della corruzione con cui continuare a recitare il proprio ruolo di furbetti al seguito.

Non è tutto così: il berlusconismo prima e il leghismo dopo hanno contagiato sinora poco più del 30% degli Italiani, grazie alla costante crescita delle astensioni, del qualunquismo, dei delusi, delle divisioni interne all’opposizione, delle collusioni più o meno striscianti. I cinque stelle, che avrebbero dovuto essere un argine, ne sono stati alleati, spesso succubi, diventando vittime di un’emorragia di consensi, spostatasi naturalmente a destra e al momento arroccata nel ruolo di un’opposizione feroce e senza sconti, in attesa di arraffare tutto per un lungo periodo di tempo, grazie anche al trampolino offerto dal renzismo.

Esistono vasti settori del mondo cattolico, della stessa destra più responsabile, della sinistra più avanzata e più coraggiosa, del mondo dell’imprenditoria, che avvertono il peso e la nausea di questa generale mancanza di dignità e che cominciano a chiedere spazio nel generale piattismo della rassegnazione. Non sappiamo  quanti resisteranno alla voglia di allungare la mano o alla più sottile tentazione di sbranarsi al proprio interno. (S.V.)

(Pubblicato, a parte gli aggiornamenti, su Antimafia Duemila il 18.02.2014)

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